Mostre

Correggio 500

09 Settembre 2024 – 31 Gennaio 2025, Parma
A Parma, fino al 31 gennaio 2025, è in corso la mostra Correggio 500, un progetto promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma in collaborazione con il Monastero Benedettino di San Giovanni in Parma. Dopo 500 anni viene offerta al visitatore la visione di due capolavori assoluti del pittore Antonio Allegri, conosciuto come il Correggio: il ciclo di affreschi della grande cupola della basilica di San Giovanni, nell’omonimo monastero benedettino, e la Camera della Badessa nel Monastero di San Paolo ormai musealizzato. L’intera cupola della basilica è visibile in tutti i suoi particolari grazie a un’installazione unica di Lucio Rossi che, con un perfetto fotopiano dell’intera cupola, fa incontrare il cielo della cupola con lo sguardo del visitatore, in una visione scenografica assolutamente unica. La realtà aumentata di Hortus Conclusus 2.0: Storia e sviluppo del Monastero di San Paolo accompagna in un viaggio immersivo lo spettatore, alla scoperta della storia di Parma in epoca romana, fino al nascere del monastero e alla realizzazione pittorica della Camera della Badessa da parte del Correggio. La tecnologia a servizio dell’arte per il primo grande itinerario multimediale dedicato al pittore di Parma. Un progetto ambizioso, con percorsi che possono essere accessibili a tutti, che consente, con un solo biglietto, di conoscere anche altre numerose opere di Correggio pittore visibili alla Pilotta, nella sezione che la Pinacoteca riserva all’artista.

Roberta Foresta


Giuseppe Pirozzi e la ricerca dell’essenziale

Giuseppe Pirozzi. L’Atelier dello scultore, fino al 6 gennaio 2025, al Cellaio, Museo di Capodimonte, Napoli.

«Spesso mi è stato chiesto qual è il significato delle me opere. Non so! Forse la ricerca di una armonia fra umanità e natura, fra legge e sentimento; l’espressione dell’eterna, disperata lotta fra razionale e irrazionale. Forse lo sforzo di passare attraverso l’intricato labirinto della vita per estrarre dal suo groviglio solo l’essenziale».

Giuseppe Pirozzi nasce a Napoli nel 1934, è stato titolare della cattedra di Plastica Ornamentale presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, personalità artistica di rilievo nell’ambito della scultura italiana da ormai molti anni. Attualmente è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca dal 2000.

La peculiarità principale della scultura di Pirozzi è quella di possedere un andamento mosso; un movimento della materia che egli domina, allacciando e distaccando pezzi amorfi e visi dilaniati. Le forme della sua materia portano in sé un desiderio di esplorare la vita affondando lo sguardo in quei baratri che egli stesso crea e enfatizza.
Le volumetrie che lui concepisce costringono, chi si trova davanti ad una sua opera, ad avere uno sguardo emblematicamente in movimento; l’occhio è costretto a seguire una traiettoria trasversale, ma nello stesso tempo ascensionale, rapito dagli anfratti e dalle figure non figure rappresentate. In fin dei conti l’artista sembra voler affermare che esplorando la vita, guardando dentro i baratri delle sue sculture non c’è approdo, non un filo che lega l’esistenza, perché tutto è inevitabilmente vacillante.

I momenti rilevanti della lunga attività dello scultore sono oggi rappresentati in una mostra antologica dal titolo Giuseppe Pirozzi. L’Atelier dello scultore, aperta, fino al 6 gennaio 2025, all’interno del Cellaio, edificio storico immerso nel Parco del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli. L’esposizione, curata da Maria Tamajo Contarini e Luciana Berti, offre al visitatore una raccolta di sculture di vario materiale come bronzo, gesso e terrecotte, ma anche stampe e particolarissimi gioielli in argento fuso a cera persa. La mostra ha il fine di suscitare la parvenza di una visita all’atelier dello scultore Pirozzi, il progetto ha una costruzione cronologica che va dagli anni cinquanta ad oggi, permettendo di dare vita ad un dialogo intimo con le opere dell’artista, approfondendo l’evoluzione delle pratiche e dei materiali impiegati, negli anni. dall’artista. Il Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, prof. Eike Schmidt commenta a proposito della mostra: «È un onore inaugurare una mostra dedicata a Giuseppe Pirozzi nell’anno in cui ha compiuto il suo novantesimo compleanno. Pirozzi è tra gli artisti che hanno maggiormente contribuito al rinnovamento della scena napoletana, recependo e rielaborando le tendenze internazionali attraverso un percorso straordinario di oltre sette decenni».
In occasione della mostra, verranno donate sette opere dell’artista al Museo e Real Bosco di Capodimonte, dove troveranno collocazione all’interno del Parco, esse sono state presentate e illustrate durante l’inaugurazione.

Giovanni Porta


Fotografie di Angela Lombardo


Reconnecting with your Culture
Angels drawing a picture Japan 2024-2025

Da Tokyo un forte messaggio di SPERANZA in occasione anche dell’apertura del Giubileo 2025. La cultura salverà la nostra casa comune e ne sono testimonianza gli oltre 800 disegni di bambini pervenuti da tanti Paesi del mondo che fino al 2 marzo 2025 saranno testimoni di un grande pellegrinaggio culturale e accolti prima in diversi musei di Tokyo per terminare ad Hokkaido, nella città di Sapporo.

Si è aperta il 14 dicembre 2024 a Tokyo, presso il Museo Civico di Koganei, la mostra internazionale di disegni dal mondo “Reconnecting With Your Culture. Angels Drawing A Picture Japan 2024-2025” a cura del professor Shinichi Yano e dello staff dell’associazione creativa KGN [www.kgn.jp]. Presenti all’inaugurazione anche diplomatici dell’Ambasciata del Messico in Giappone.

Dopo Koganei la mostra sarà esposta a Machida presso il Museo Internazionale della Stampa (12-13 gennaio, 2025), a Mitaka presso il Museo Civico (18-19 gennaio 2025) e a Sapporo presso la Galleria Civica (1-2 marzo 2025).
Giappone
Si tratta della quarta edizione dell’esposizione di disegni dal mondo a Tokyo e quest’anno il tema centrale è stato caratterizzato da quattro verbi: educare, incontrare, ascoltare, condividere. Così la professoressa Olimpia Niglio, fondatrice del programma pedagogico RWYC e promotrice delle esposizioni internazionali, ha sottolineato il significato di questi quattro verbi su cui oltre ottocento bambini da diversi Paesi del mondo si sono confrontati: «Educare significa realizzare «un lavoro armonioso», che richiede una stretta collaborazione tra persone di differenti culture e quindi realizzare insieme una grande scuola del mondo. Questa scuola ci consente di condividere la nostra esistenza, di non restare mai soli e di costruire tutti insieme un futuro migliore per tutti. L’educazione non è possibile senza scommettere sulla libertà creativa aprendo la strada all’amicizia e alla cultura dell’incontro. Infatti, l’educazione dell’incontro è la vera umanizzazione che nasce dal cuore e genera cultura. Ancora l’educazione contribuisce ad ascoltare le necessità delle persone e favorisce il rinnovamento della società e la crescita delle comunità, perché tutti hanno diritto all’educazione e nessuno deve essere escluso. Infine condividere significa camminare insieme, svolgere il nostro compito come una vera missione finalizzata a conoscere e valorizzare le persone affinché possano prendersi cura del futuro dell’umanità. Solo condividendo tra diverse culture possiamo realizzare un mondo migliore e di pace».

Alla mostra – info su http://esempidiarchitettura.it/sito/edakids-reconnecting-with-your-culture/ – sono presenti opere pervenute da tante scuole di Argentina, Brasile, Colombia, Messico, Venezuela, India, Indonesia, Tunisia, Marocco e contempla un’elevata mole di disegni provenienti dall’Italia a cura del professore Marcello Maltese di Trapani e della professoressa Angela Procaccini di Napoli. A completare la mostra numerose opere realizzate dai bambini dei collegi giapponesi ma anche di adulti che si sono confrontati con le giovani generazioni.

Mary Attento


Göbeklitepe: l’enigma di un luogo sacro

Al Colosseo fino al 2 marzo 2025

È stata inaugurata a Roma la mostra dal titolo “Göbeklitepe: L’enigma di un luogo sacro”, promossa dal Parco Archeologico del Colosseo con la collaborazione del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Türkiye e il grande impegno dell’Ambasciata di Türkiye a Roma. Si tratta di un evento straordinario che porta il pubblico alla scoperta di uno dei più antichi e affascinanti siti archeologici del mondo, situato nella regione sud-orientale della Turchia. L’esposizione, ospitata al secondo livello dell’Anfiteatro Flavio e aperta fino al 2 marzo 2025, propone un viaggio immersivo nelle origini della civiltà.
Oltre ai reperti fisici, giunti al Colosseo direttamente dalla Turchia, la mostra offre contenuti interattivi, come tour virtuali e approfondimenti video che consentono ai visitatori di esplorare il sito da diverse prospettive. Sono in programma anche conferenze e seminari tematici, che coinvolgeranno esperti internazionali di archeologia e storia dell’arte.

Göbeklitepe, sito neolitico risalente a oltre 11.000 anni fa e parte del progetto Taş Tepeler (“colline di pietra”) diretto dal professor Necmi Karul (Istanbul University), è considerato la più antica struttura monumentale mai rinvenuta, rivoluzionando la comprensione della storia umana e del passaggio dalle società di cacciatori-raccoglitori a quelle stanziali e agricole. Le sue maestose colonne a forma di ‘T’, scolpite con simboli misteriosi e figure animali, testimoniano la complessità delle prime comunità umane e delle loro credenze religiose. Riconosciuto come Patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 2018, Göbeklitepe continua a essere un luogo di interesse per archeologi di tutto il mondo, poiché fornisce spunti unici sulla nascita della religione e dell’architettura monumentale.

Curata da un team di esperti italiani e internazionali, la mostra al Colosseo rappresenta una delle più grandi opportunità per il pubblico italiano di avvicinarsi a questa scoperta, che ha riscritto molte delle nozioni storiche precedentemente accettate. E offre ai visitatori un’esperienza unica e coinvolgente, grazie a un’esposizione ricca di contenuti multimediali e ricostruzioni tridimensionali, che permettono di immergersi nella vita di questa antica civiltà. L’allestimento site specific asseconda il naturale profilo ellittico del Colosseo, mentre le riproduzioni delle monumentali colonne e le dettagliate ricostruzioni dei complessi circolari presenti nel sito si appoggiano ai monumentali pilastri degli ambulacri dell’Anfiteatro, ricorrendo alle più moderne tecnologie di visualizzazione.
La cerimonia inaugurale ha visto la partecipazione di figure istituzionali di primo piano, come il vice ministro della Cultura e del Turismo della Repubblica di Türkiye Gökhan Yazgı, il presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati Federico Mollicone e la direttrice del Parco Archeologico del Colosseo Alfonsina Russo, i quali hanno sottolineato l’importanza di questa collaborazione culturale internazionale. Al centro dell’evento il valore della cooperazione tra Italia e Turchia nella promozione e conservazione del patrimonio archeologico mondiale.


«Göbeklitepe e la più ampia regione di Taş Tepeler a cui appartiene – ha dichiarato Gökhan Yazgı – presentano i primissimi monumenti mai costruiti dall’umanità. Questa area, con le sue varie strutture edilizie, è testimone degli inizi della vita sedentaria, una delle trasformazioni più significative della storia umana. Siamo lieti di esporre alcuni dei reperti della regione in un altro maestoso sito del Patrimonio dell’umanità, il celebre Colosseo. Desidero esprimere sinceramente la mia gratitudine ai nostri omologhi italiani per la loro visione nella promozione e preservazione del patrimonio storico dell’umanità».

Mary Attento

Millenario della Basilica di Santa Maria Maggiore a Lomello

Costruita, su edifici precedenti, all’inizio dell’XI sec. d.C.

Nel 2025 compie Mille anni la Basilica di Santa Maria Maggiore a Lomello, in provincia di Pavia, (1025-2025). Sorta sulle spoglie di un antico tempio paleocristiano, è una delle più notevoli testimonianze architettoniche del cosiddetto romanico lombardo, segnato profondamente dall’influenza oltralpina dell’architettura ottoniana. In Italia è la chiesa con le volte a crociera più antiche (quelle solo sulle navate laterali, segno di un periodo di transizione).


I lavori di edificazione dell’attuale basilica probabilmente risalgono dal 1025 fino al 1040, inglobando le fondamenta di una precedente costruzione, risalente al periodo longobardo. Insigne per storia e arte, con la chiesa, il battistero e il campanile, il Complesso monumentale di Lomello – inizialmente appellato Sancta Maria genitrix Dei o “Dei genitricis” – è, dunque, un fulgido esempio di architettura protoromanica, con i suoi grandi archi diaframma e con un importantissimo ciclo decorativo a stucco di epoca ottoniana.

Un interessante programma di incontri ed eventi culturali, promossi in collaborazione con la Diocesi di Vigevano, la Parrocchia di Lomello e il corso di Restauro Architettonico dell’Università di Pavia, daranno impulso alla valorizzazione del patrimonio religioso del territorio. Il 17 gennaio 2025 alle ore 10:00 presso la Basilica intitolata alla Vergine Maria sarà inaugurata la seconda mostra dei progetti realizzati dagli allievi del corso di Restauro Architettonico che, in quattro mesi, hanno elaborato importanti ricerche e ipotesi conservative e di rivalutazione che saranno condivise con la comunità. «Questa esperienza, avviata nel 2023, – chiarisce l’arch. Olimpia Niglio, titolare del corso di Restauro Architettonico e coordinatrice delle attività in collaborazione con la Diocesi di Vigevano – ha consentito anche nel corso di questo anno accademico di innescare un progetto partecipato in cui diverse realtà territoriali stanno contribuendo attivamente alla promozione del patrimonio culturale religioso lomellino. Un aspetto interessante di questa esperienza è il confronto transculturale generato proprio dalle diversificate provenienze degli studenti (Albania, Ecuador, Egitto, Polonia) nonché dai loro differenti paradigmi culturali che hanno trovato applicazione nell’ambito delle proposte conservative e di valorizzazione della Basilica di Santa Maria Maggiore di Lomello. A tutto questo si unisce poi il dialogo transdisciplinare, grazie alla collaborazione con diversi colleghi dell’ateneo pavese, nonché internazionale per la presenza del prof. Gireesh Kumar della Banaras Hindu University, India e visiting professor presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura fino a ottobre 2025».

Un tema, questo del dialogo transculturale e transdisciplinare, che d’ora in avanti caratterizzerà sempre più le attività accademiche e di ricerca nel settore del restauro e sottolineato anche da papa Francesco, in Ad theologiam promovendam. È l’approccio della transdisciplinarità che favorisce sicuramente una migliore comprensione dell’oggetto di studio, considerandolo da più punti di vista; infatti la transdisciplinarità va pensata «come collocazione e fermentazione di tutti i saperi entro lo spazio di Luce e di Vita offerto dalla Sapienza che promana dalla Rivelazione di Dio».

All’inaugurazione saranno presenti S.E.R. mons. Maurizio Gervasoni, vescovo di Vigevano; don Roberto Signorelli, parroco di Lomello; Silvia Ruggia, sindaco di Lomello; Valeria Cechetto, presidente Oltre Confine scs Onlus e rappresentante del Comitato Parrocchia Lomello per il Millenario della Basilica; il prof. Luigi Carlo Schiavi, titolare del corso di Storia dell’Arte Medievale, e la professoressa Olimpia Niglio. La mostra resterà aperta dal 19 gennaio al 22 giugno 2025.

Mary Attento