Il Silenzio ed il suoi sentieri – L’esperienza dell’eremo nel nostro tempo
AAVV – a cura di Giovanni Dal Ben
Effatà Editrice, 2024, pagine 158, euro 16
Sembra quasi impossibile parlare di silenzio negli anni duemila, ed ancor più improponibile sperimentarlo. La convivenza con il rumore è ormai totale, come “il logorio della vita moderna” slogan pubblicitario diffuso già dagli anni settanta. È opinione comune che per trovare il silenzio ed “ascoltare” il suo suono bisogna isolarsi e allontanarsi da tutto e tutti, tuttavia il testo curato da GIOVANNI DAL BEN, Il Silenzio e i suoi sentieri, Effatà Editrice, 2024, pagine 158, euro 16, enuncia il contrario; il curatore ha raccolto testimonianze di “eremiti” che hanno scelto un eremo nel bel mezzo di centri urbani, quale nuova frontiera dell’ascolto interiore. La nostra tumultuosa epoca ha favorito la scelta del silenzio contemplativo di sei eremiti e eremite che hanno scelto di raccontare la loro esperienza in questo libro tutto da meditare. L’occasione è stata data da un ciclo di incontri organizzato dal Centro di Meditazione Cristiana di Firenze. Emblematica è l’esperienza di Antonella Lumini che racconta nel testo di aver creato un eremitaggio nel centro di una città.
Giovanni Dal Ben, medico fisiatra, da molti anni si occupa di medicina energetica e di fitoterapia. Oblato della Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana, dal 2017 al 2023 è stato coordinatore del centro di Firenze.
Giovanna Via
Un grande desiderio di silenzio
Anne Le Maitre
Edizioni Dehoniane, 2024
Il testo di Anne Le Maitre, Un grande desiderio di silenzio, Edizioni Dehoniane, 2024, ha un titolo accattivante; il rumore diffuso satura la nostra vita, il mondo del web ci inonda in continuazione di immagini, suoni talmente veloci che producono l’effetto di impedirci di pensare ma che conducono alla dipendenza. Quindi dobbiamo considerare il tanto agognato silenzio come un influsso negativo o considerarlo una esaltazione della nostra realtà? Ne parliamo tanto, ne serbiamo nostalgia, ma nella realtà come possiamo allontanarci dal frastuono che ci circonda? Come disconnetterci e ritrovare il “suono” del silenzio? Tuttavia non basta il desiderio di tutto ciò, ma occorre riscoprirne il significato. È giocoforza, quindi, fare un passo indietro personale; provare a fare silenzio nella nostra vita, ed è quello che propone l’autrice di questo piacevole testo, presentato da Enzo Bianchi. La scrittrice ci conduce nel testo attraverso un riverbero sostenuto da molteplici riferimenti letterari e ironici episodi tratti dal suo personale vissuto.
L’ autrice ha all’attivo numerose edizioni, ha pubblicato molti quaderni di viaggio da lei illustrati, tra cui quello sul Cammino di Santiago di Compostela, ed è autrice di diverse raccolte di poesie.
Atti degli Apostoli
Roberto Fumagalli
Prefazione di Gianfranco Ravasi
Àncora Editrice, Milano 2024, pp 96, 12 euro
Ho già avuto modo di soffermarmi su libri di Roberto Fumagalli, nello specifico su Novissimi (2019) e su Physis (2022), rilevando tanto per il primo che per il secondo la singolare scelta, di affrontare la riflessione intorno alle verità fondamentali, alle “cose ultime” (i “novissimi”, appunto, come ci ha insegnato il catechismo), nel primo, i grandi temi, cioè della vita, che l’escatologia cristiana addita e che il credente sa esserci in quell’oltre, e il Mistero stesso della vita, nel secondo, Physis, affrontato con un brivido di sacralità, tra scienza, filosofia e fede.
Una scelta tutt’altro che usuale, non consueta nel panorama della poesia contemporanea (marginalmente assimilabile solo a Dialogo con Teresa di Maria Rita Bozzetti, edito da Libreria Editrice Vaticana nel 2021), rivolta a grandi tematiche di carattere spirituale, che ne fanno un “poeta mistico” in virtù di un’”aspirazione interiore profonda”, come non esita a riconoscere il card. Gianfranco Ravasi nella prefazione a quest’ultima impresa poetica, Atti degli Apostoli.
Due parole, innanzi tutto sull’autore, prima di parlare di quest’opera specifica: Roberto Fumagalli, oltre che poeta, con all’attivo già diverse raccolte poetiche (Canti Mistici, 2014, Canti di Burrasca, 2016, Strade di Galilea, 2018, e Ave Maria, 2020, oltre le due già citate), insegna Filosofia Politica ed Economia al prestigioso King’s College di Londra, come dire che è un “cervello in fuga”, un “poeta prestato” a un ambito intellettuale ben diverso dal culto esclusivo delle Muse, su un vasto panorama di ricerca e di scrittura.
Ma in che consistono questi Atti degli Apostoli? Si tratta di un’opera in cui in settanta testi poetici si ripercorre il libro dello stesso titolo scritto dall’evangelista Luca dando voce ai sentimenti ed ai pensieri dei seguaci più intimi di Gesù, da Pietro e Paolo a tutti gli altri, in quelli che sono i primi passi della Chiesa all’indomani dell’ascesa al cielo del loro Maestro.
Qui, tra ricordi personali dei discepoli ed il racconto della loro vicenda di testimonianza, si ripercorrono i momenti fondanti dell’avventura cristiana, a partire dalla “chiamata”, ai segni “miracolosi” che ne decidono e convincono le scelte, alle “ore” tragiche del “tradimento” e del Golgota, fino alla pietra tombale del sepolcro e alla Risurrezione, per dare inizio da qui al racconto della diffusione della “Buona Novella” (“fonte di luce” e “onda poderosa di salvezza”), “araldi” di un’”era nuova” nella “gioia della Sua Resurrezione”, fino agli estremi confini della terra e fino ai nostri giorni, una volta fortificati dal “fuoco” dello “Spirito”.
È questo che sostanzia, con intima partecipazione, il canto dell’autore che si fa testimone anche lui testimone del “mandato nuovo” affidato da Cristo ai suoi “Fratelli” ripercorrendo quella che Agostino ha chiamato la “Bellezza antica e sempre nuova” del dialogo incessante fra Dio e il suo popolo, che costituisce la grande epopea della Chiesa nella storia.
Un’“umile offerta” di parole la definisce Fumagalli nel prologo. Un contributo d’amore perché anche la poesia “possa portare a questo Mondo / L’annunzio della Sua Resurrezione” in un mondo che mai come oggi ha bisogno del “Suo Amore”.
Una considerazione conclusiva, suggerita dalla forma concisa ed a tratti epigrafica dei settanta testi che come quadretti, “pinakes”, rappresentano altrettanti momenti desunti dall’opera, da cui prendono il nome: è il ricordo di un’opera intitolata Dittochaeon, che letteralmente significa “Doppio Nutrimento”, di Aurelio Prudenzio Clemente (348-405), considerato il maggiore poeta cristiano in lingua latina, addirittura il “Pindaro cristiano”, dettata dall’intento di accompagnare e commentare in versi di epigrafica essenzialità episodi capitali dell’Antico e del Nuovo Testamento.
Vincenzo Guarracino
Il sacrificio di Abramo nell’Arte dei tre Monoteismi
François Bœspflug
Àncora 2024
L’ultima recente pubblicazione di François Bœspflug, Il sacrificio di Abramo nell’Arte dei tre Monoteismi, edito da Àncora 2024, si mostra come il segno visibile della storia e della ricchezza del testo biblico di Gen 22 e della Sura 37 e dei suoi effetti nell’arte dei tre monoteismi.
Tralasciando gli aspetti propriamente teologici spesso oggetto di dibattiti nelle diverse interpretazioni esegetiche delle due tradizioni ebraica e islamica, l’autore sceglie una presentazione iconografica del racconto di Abramo e del sacrificio del figlio, selezionando un certo numero di opere. L’eco di tale episodio viene presentato nella narrazione iconica specifica di ognuno dei tre monoteismi, con il primo capitolo dedicato all’arte ebraica, passando poi nel secondo capitolo all’arte islamica e, infine, nel terzo capitolo il sacrificio di Abramo nell’arte cristiana dai primi secoli fino al Medioevo e, nel quarto capitolo, dal Rinascimento all’arte contemporanea.
L’incontro iconografico fra i tre monoteismi proposto dal Bœspflug, oltre a valorizzare la ricerca interreligiosa sul sacrificio di Abramo, mostra quanto l’arte possa contribuire allo sviluppo della riflessione teologica, proprio attraverso le caratteristiche specifiche della rappresentazione iconica di ciascuna tradizione e attraverso l’apparizione di temi nuovi e imprevisti, che possono costituire spunti per nuove e più approfondite ricerche iconografiche e/o delle interpretazioni esegetiche e teologiche.
Roberta Foresta